Allattamento al seno e difficoltà più frequenti
Corsi pre-parto, gruppi di aiuto e consulenza, consigli delle nonne e di altre mamme: sul tema dell’allattamento non mancano testi e riferimenti. Così, alla nascita del piccolo, apparentemente, sembra tutto molto semplice e naturale. In effetti, in parte, è così: anche in natura gli animali, istintivamente, si prendono cura dei loro cuccioli nutrendoli da subito. Tuttavia, le problematiche si possono sempre presentare e, per quanto abbiano frequentato corsi o letto libri in merito, le neo-mamme possono restare spiazzate e trovarsi in seria difficoltà. Questo perché, oltre alla stanchezza del parto e alla gestione della quotidianità completamente rivoluzionata dall’arrivo del bambino, si aggiungono dolori e malesseri che si riversano sul benessere di entrambi: la mamma che a fatica deve allattare e il piccolo che richiede la poppata con insistenza e si innervosisce.
Ingorgo, ragadi, dolori al seno, fino ad arrivare alla mastite: sono problematiche comuni e piuttosto frequenti durante l’allattamento e che, quindi, non devono preoccupare o impensierire. Ciononostante, è bene intervenire da subito per non inficiare un nutrimento così prezioso per il piccolo rischiando di dover ricorrere al latte artificiale. Talvolta l’aiuto di gruppi di sostegno per l’allattamento come la Leche League può essere sufficiente a trovare la chiave di volta per risolvere il problema: in altri casi, però, è necessario ricorrere a rimedi omeopatici o, ancor di più, a farmaci per non aggravare la situazione. Sicuramente sarà importante rivolgersi al medico, alla ginecologa o all’ostetrica, a seconda delle circostanze ma è anche possibile alleviare i disturbi curando lo stile di vita e con accorgimenti semplici ma molto efficaci.
Uno dei problemi più frequenti è il dolore al seno durante la poppata: il piccolo non se ne accorge ma per la neo-mamma rappresenta un grande disagio e quello che dovrebbe essere un momento piacevole e appagante si trasforma in ansia e tensione. In generale un po’ di sensibilità ai capezzoli nelle prime fasi di allattamento è del tutto normale e si risolve in breve tempo: quando però il problema persiste e non è legato a un’errata suzione del piccolo, si deve correre ai ripari. Il dolore, infatti, può diventare lancinante e persistente anche quando il bimbo non sta succhiando il latte e semplicemente si indossa il reggiseno o un abito che sia a contatto. Talvolta i capezzoli assumono un colore rosa acceso, la pelle può addirittura screpolarsi. Quando, invece, si verifica uno sfogo bianco cutaneo e il bambino presenta una patina bianca sulla lingua o sulle guance, il disturbo può essere legato a un’infezione batterica o al “mughetto” (candida), un fungo che il piccolo può contrarre durante il passaggio dal canale del parto oppure durante i primi mesi di vita e trasmetterlo, a sua volta, alla mamma durante la poppata. In questi casi si dovrà certamente consultare il proprio medico che potrà formulare la diagnosi adeguata.
Nel frattempo, alcune soluzioni si possono mettere in pratica anche in maniera autonoma: si tratta di vecchi rimedi “della nonna” molto semplici attuati con l’ausilio di prodotti naturali e benefici. Innanzitutto, per non aggravare la situazione, non si dovrà smettere di allattare a richiesta, si dovrà curare molto l’igiene del seno e, contestualmente, anche del piccolo al cambio del pannolino, avendo cura di asciugare anche i capezzoli dopo aver allattato in quanto l’umidità facilità la proliferazione dell’infezione. Le mani dovranno essere lavate prima e dopo l’allattamento e l’applicazione di eventuali trattamenti: anche le coppette assorbilatte (ancora più utili in queste circostanze) dovranno essere sempre ben pulite o rinnovate. Se la pelle dei capezzoli risulta secca e screpolata, può essere utile, inoltre applicare un unguento o un balsamo idratante specifico per questa zona delicata.
In alcuni casi, invece, al centro del capezzolo si possono formare dei veri e propri taglietti, molto dolorosi: si tratta delle “ragadi”, un disturbo tutt’altro che raro, causato da un’errata suzione. Per prevenirle, sicuramente, è importante impostare fin dai primi tempi una corretta posizione del piccolo, cosiddetta “a rugby”, in cui il bebè poggia il dorso sul braccio della mamma che sostiene la testina con la mano, alternando i capezzoli. A tal proposito, un cuscino per l’allattamento può agevolare, anche perché allevia il peso da sostenere con la sola forza delle braccia ed è un ottimo sostegno alla regione lombare. In caso di ragadi (ma anche a scopo preventivo) è bene non utilizzare le normali coppette assorbilatte e optare, invece, per quelle in seta burretta dalle proprietà antisettiche e curative con, all’interno, uno strato in pura lana vergine che assorbe il latte in eccesso mantenendo la pelle sempre asciutta. Molto importante lavare i capezzoli anche solo con acqua tiepida (o anche lo stesso latte materno) e lasciare asciugare all’aria: inoltre possono risultare utili i paracapezzoli in argento, dalle proprietà benefiche, curative, cicatrizzanti e perfino preventive per questo disturbo, indicati, peraltro, anche in caso di capezzoli introflessi.
A scopo preventivo, poi, è sempre consigliabile applicare sui capezzoli un unguento alla calendula, che lenisce le screpolature.
Una condizione analoga può presentarsi nel caso in cui compaiano noduli o “bozzi” nella zona del seno che causano dolore durante la poppata: generalmente sono causati da un dotto bloccato (magari per poppate insufficienti o troppo sporadiche o, anche, da reggiseni troppo stretti) che può provocare accumulo di latte. In questa condizione il seno appare gonfio, dolente e con la pelle tesa e lucida: il latte fatica a fuoriuscire perché vi è un’eccessiva tensione dei dotti galattofori
Reggiseno da allattamento con spalline ampie per non segnare le spalle
Per favorire il drenaggio si possono tentare diverse vie: innanzitutto non smettere di allattare per non rischiare la mastite, un disturbo ancora più grave; inoltre possono essere utili delicati massaggi locali e impacchi caldi con un asciugamano o anche solo una doccia calda. Anche l’uso di un reggiseno morbido e adeguato, specifico per allattamento, può prevenire il problema.
Quando, invece, la situazione non si risolve perché non si interviene in tempo ma, al contrario, si aggrava, può condurre appunto alla mastite, un’infiammazione del tessuto mammario: in questo caso uno o entrambi i seni sono caldi, arrossati e molto dolenti e, a questi sintomi, se ne accompagnano altri ancora più seri paragonabili a quelli dell’influenza quali dolori ossei, febbre, ecc… Oltre ad eventuali rimedi e/o farmaci che certamente il medico prescriverà per risolvere l’infiammazione, anche in questo caso ci si dovrà sforzare di continuare ad allattare al seno, eventualmente aiutandosi con un tiralatte per prevenire un ulteriore accumulo e sbloccare i dotti. Ancora una volta impacchi caldi e massaggi possono essere di grande aiuto per favorire il flusso ed alleviare i sintomi, mentre dopo la poppata gli impacchi dovranno essere freddi per ridurre l’infiammazione. Anche le foglie di cavolo fresche nel reggiseno possono contribuire a dare sollievo.
In questa situazione di disagio paragonabile a un’influenza, è importante che la neo-mamma sia sostenuta da qualcuno (ad esempio una nonna, una doula, un’amica) e che possa riposare, bere in abbondanza e nutrirsi in maniera adeguata.
Se l’ingorgo e la produzione eccessiva di latte possono rappresentare un problema e causare disagi, all’opposto può accadere di avere difficoltà a produrne una quantità sufficiente, magari in seguito a un’errata suzione o altre problematiche come stress o stanchezza della mamma. Un vecchio luogo comune che sembra, piuttosto, un falso mito, sostiene che la birra può essere utile per aumentare la produzione del latte. Tuttavia, poiché il consumo di alcolici è vivamente sconsigliato alle mamme che allattano, decisamente più indicate sono le tisane specifiche per l’allattamento, contenenti tra gli altri, componenti come il fieno greco, dalle proprietà galattogene (ossia che favorisce, appunto, la produzione di latte) e il finocchio, utile anche per alleviare le possibili coliche del piccolo.
Articolo scritto da: Roberta Marino