Pannolino: quando è il momento giusto di toglierlo ?
Caldo, estate quasi alle porte. Con l'arrivo della bella stagione molte mamme decidono di far fare ai loro bimbi un grande passo: lasciare il pannolino per passare al vasino.
Sicuramente quella del pannolino è una comodità ma anche un impegno (di tempo ed economico) non indifferente: pulire e cambiare il piccolo frequentemente, avere sempre il cambio a portata di mano fuori casa, scegliere il modello giusto che non causi fastidio o irritazioni. Per non parlare dell'impatto sull'ambiente: è stato calcolato, infatti, che nei primi tre anni di vita ogni bambino utilizza in media 4500 pannolini e il costo annuo minimo sostenuto dalle famiglie si aggira intorno ai 1000 euro! La scelta dei pannolini lavabili (più cari ma che si riutilizzano a lungo) può; essere una soluzione e un buon compromesso per non inquinare e e per avere un risparmio a lungo termine ma anche il tempo da ritagliarsi per il lavaggio (con i ritmi concitati della nostra società) non è sempre facile.
Per tutte queste ragioni spesso i genitori hanno molta, talvolta troppa, fretta di passare al vasino e, poi, al wc (ovviamente con il riduttore) dimenticando che per i piccoli si tratta di un passaggio di crescita molto importante perché dovrà gestire in autonomia i propri bisogni. Peraltro il controllo degli sfinteri rappresenta un momento ancora più critico e significativo e per questo deve essere considerato come un "dono" che il piccolo fa ai genitori.
Purtroppo, in questa fase di passaggio, spesso le mamme si fanno condizionare da tempi e modi altrui: sapere che altri bimbi coetanei hanno già lasciato il pannolino mette loro in imbarazzo e si crea una sorta di tanto inutile quanto problematica "competizione" che può; solo creare tensioni e disagi al piccolo.
Tuttavia, non è una decisione da prendere alla leggera e, sicuramente, non per una questione puramente pratica o "di conformismo": non tutti i bambini, infatti, sono uguali e hanno gli stessi tempi: è assolutamente controproducente, quindi, fare confronti in quanto ci sono piccoli che già a un anno e mezzo sono autonomi, altri che a tre anni hanno ancora difficoltà nel controllo dello sfintere. Le bambine, poi, in genere sono più precoci rispetto ai maschietti che, però;, dalla loro hanno una maggiore comodità nel fare pipì magari fuori casa senza doversi accovacciare. In genere non esiste un'età prestabilita anche se è innegabile che, di solito, il pannolino verrà abbandonato al più tardi entro i tre anni (almeno di giorno) anche per facilitare l'ingresso alla scuola dell'infanzia e in ogni caso non prima dell'anno e mezzo.
Qualsiasi forzatura, in tempi e modi, quindi potrebbe causare più danni che benefici: messo sotto pressione, infatti, il bambino potrebbe sentirsi obbligato ad adattarsi a questo passaggio di crescita anche se non è pronto e diventare nervoso, insofferente, ansioso creando un circolo vizioso dal quale diventa poi difficile uscire. E' importante, quindi, rispettare il proprio bimbo nella sua individualità avendo cura di osservare i piccoli e grandi messaggi che sarà lui stesso a inviare ai genitori per far comprendere quando sarà pronto a questa fase di cambiamento senza forzature e in serenità. .
Per capire se il piccolo è pronto per questo passaggio si devono osservare alcuni comportamenti caratteristici:
-tra un cambio e l'altro il pannolino è asciutto.
-il bambino è incuriosito dall'uso del bagno dei genitori o di fratelli e sorelle più grandi
-è lui stesso a chiedere di voler fare i bisogni nel water
Quando tutte o buona parte di queste condizioni sono in atto, si può; pensare di iniziare a provare a togliere il pannolino, senza rischiare traumi per il piccolo.
L'ideale è approfittare della bella stagione e magari del mare: da una parte, infatti, il bimbo è libero e piccoli "incidenti" di percorso possono essere superati senza problemi e dall'altra la mamma ha più tempo da dedicargli grazie alla vacanza.
E' importante, però;, tenere presente che se il momento è quello giusto e si è deciso di avviare il processo di "spannolinamento" non si torni indietro al primo tentativo andato male perché per il piccolo questo causerebbe ancora maggior disagio, ansia e confusione.
Prima di iniziare la mamma dovrà ben sapere che dovrà armarsi di pazienza, calma e soprattutto grande comprensione. Per agevolare il passaggio, poi, ci sono alcune cose che possono aiutare il piccolo e rendere il "lavoro" più semplice alla mamma.
-cercare un vasino che possa essere di gradimento del piccolo sia per la forma che per colori: in questo modo diventerà un posto dove trascorrere tempo in modo piacevole, senza timori o paure.
-per la stessa ragione può; essere utile lasciare sempre accanto al vasino libriccini o piccoli giochi che possano intrattenerlo quando cerca di fare i bisogni
-nell'invitare il bambino ad andare in bagno non si dovrà mai mettere ansia o fretta e non dovrà mai essere posta come domanda ("ti scappa la pipì?") ma come affermazione ("andiamo a fare la pipì"). Sarà la mamma a stabilire orari e momenti in una vera e propria routine: al mattino, metà mattinata, dopo pranzo, pomeriggio e prima di andare a dormire.
-nel momento del passaggio al water, invece, il piccolo avrà bisogno autonomia e dovrà avere sempre a disposizione il suo riduttore.
-è possibile che il bambino cerchi la compagnia della mamma mentre fa i bisogni: se lo fa non va rimproverato, ma assecondato perché non si tratta di un capriccio ma di un momento importante in cui ha bisogno di sostegno.
-quando il bambino riesce a fare i suoi bisogni nel water o nel vasino va lodato con grandi apprezzamenti: per lui, infatti, è un vero e proprio "dono" che è costato impegno e fiducia.
-prima di andare a letto, fino a quando il piccolo non avrà acquisito sicurezza, sarà opportuno mettere sempre il pannolino e, solo in un secondo passaggio, si potrà iniziare a toglierlo e collocare le traversine.
-ogni volta che si esce per una passeggiata con il bambino bisognerà sempre attrezzarsi con tutto l'occorrente: vestiti di ricambio, salviette, teli impermeabili e (in caso di emergenza) pannolini.
Durante questa delicata fase non ci si dovrà solo organizzare dal punto di vista pratico ma sarà importante mantenere un atteggiamento accogliente e rassicurante con il piccolo. Andranno, quindi, tassativamente evitati confronti o rimproveri o (peggio ancora!) umiliazioni in caso di "incidenti" quando non riesce a trattenere i bisogni. Una frase tipica e piuttosto infelice che viene utilizzata in questi casi è "così non diventerai mai grande!". Altrettanto controproducente la scelta di togliere il pannolino senza fornire le adeguate spiegazioni al bambino ma semplicemente dicendo "ecco, da oggi sei diventato grande!": sono frasi che il piccolo non capirebbe ma che gli creerebbero ansia ed eccesso di responsabilità con la conseguenza di farsi addosso la pipì o, al contrario, trattenere l'evacuazione delle feci.
Inoltre si dovrà evitare di togliere il pannolino (che per il bimbo rappresenta comunque una fonte di sicurezza) se sta vivendo già un altro cambiamento importante come in prossimità dell'ingresso in asilo o se sta per nascere un fratellino o una sorellina.
Insomma, con calore, amorevolezza e pazienza questo importante momento di crescita potrà essere affrontato in maniera tranquilla e del tutto naturale e quasi senza accorgersene, il piccolo da un giorno all'altro potrà fare a meno del suo "amico" pannolino, trovando in sé una nuova sicurezza.
Articolo scritto da: Roberta Marino