Celebrare la Pasqua insieme ai più piccoli: qualche idea
Tra pochi giorni è Pasqua, una festa mobile, indissolubilmente legata ai cicli della luna e alla pluralità religiosa e confessionale: insomma, la Pasqua diversamente dal Natale non ha un proprio giorno dedicato sul calendario e non cade lo stesso giorno quella Cristiana ed Ebraica, né all'interno del cristianesimo coincidono quella gregoriana e quella ortodossa.
Però; c'è una regola non scritta anche nella Pasqua: al di là dei diversi metodi di calcolo, arriva insieme alla primavera. I germi di una nuova vita iniziano a schiudersi dopo il lungo inverno e sfido chiunque a non provare un brivido di gioia, di autentica festa interiore di fronte alla bellezza della natura che torna a fiorire, a cinguettare, a germogliare.
La parola tedesca Ostern (Pasqua) si pensa possa affondare le proprie origini etimologiche nella parola Ostara: con lo stesso nome era chiamata una dea germanica della primavera e della luce. Il nome Aurora condivide le stesse origini, è facile così avvicinarsi ad un' ulteriore caratterizzazione della festività pasquale, di più immediato accesso anche per i bambini per i quali accostarsi al discorso della Passione e della Resurrezione potrebbe essere troppo, rischiando di soffocare l'aspetto più gioioso e spirituale della festività sotto la durezza di immagini molto difficili da elaborare.
Tramite questa ampia accezione della Pasqua anche i bambini più piccoli possono così viverne a pieno il significato: il loro entusiasmo nello scoprire un fiore appena sbocciato o un nido pieno di piccole uova è lo stesso che anima la ricerca delle uova pasquali. Queste si possono nascondere in casa o in giardino, organizzando una vera e propria caccia al tesoro con tanto di indizi che coinvolge la famiglia intera la mattina di Pasqua.
Perché l'uovo?
L'uovo è uno dei più antichi simboli della vita e delle sue origini in molti miti di diverse culture: lo si ritrova nelle cosmogonie assire-babilonesi – ancora oggi è conservato al museo del Pergamo a Berlino un uovo di struzzo del IX-VIII secolo a.C., originario di una tomba babilonese. Allo stesso modo l'uovo genera il globo terracqueo secondo il mito induista mentre in quello egizio è l'origine del primo dio, fino ad arrivare ai riti orfici dell'antica Grecia e all'estremo oriente. Ancora oggi in Grecia, dove la Pasqua ha mantenuto un ruolo centrale nel rito ortodosso, vengono messe uova rosse sopra le tombe come auspicio di una nuova vita dopo la morte.
Decorare le uova è un'altra idea per dare ulteriore spazio alla simbologia più profonda di questa festa e alla partecipazione dei più piccoli: vanno svuotate praticando un piccolo foro sul fondo e poi si può; decorarle con acquerelli e lana cardata; in alternativa, le uova possono essere bollite con dei coloranti alimentari naturali e in entrambe i casi le si può; utilizzare per ornare la tavola pasquale.
Questo non solo coinvolge i bambini nella preparazione: un'attività apparentemente ludica nasconde un grande valore simbolico: in greco decorare si dice kosmos, la stessa parola usata per indicare il cosmo, l'universo ordinato, l'ordinamento delle cose. Il contrario di kosmos è caos, diventa così evidente il grande valore che ha colorare le uova, anche con motivi molto semplici o tinta unita: significa dare un abito e una forma al proprio piccolo universo, renderlo fertile e in grado di fiorire.
Una volta decorate, le uova possono essere utilizzate anche per rivivificare la tradizione dell'albero pasquale: la leggenda del Paradiso racconta di due alberi, quello della conoscenza e quello della vita. Seth, il terzo figlio di Adamo ed Eva a cui fu concesso di tornare in Paradiso, ricevette là dall'Arcangelo Michele i semi del secondo che vennero deposti nel feretro del padre. Secondo un'altra versione, l'Arcangelo diede a Seth un ramoscello dell'albero della vita che il figlio depose nella bocca di Adamo morente. Dall'albero che crebbe, tagliato poi dagli schiavi di Re Salomone e conservato dalla Regina di Saba, furono ricavate le tavole utilizzate per la crocifissione e in questo simbolo si intreccia la morte con il ritorno alla vita, in una linea di continuità che rivela il sotterraneo legame tra la tradizione cristiana e la ciclicità dell'esistenza precristiana.
Quello a cui sicuramente tutti possiamo avere accesso, al di là della religiosità della festa, è la dimensione non necessariamente ultraterrena di ritorno alla vita: la Pasqua, diceva il poeta Novalis, "è una festa di ringiovanimento del mondo."
Buona Pasqua, a chi ci legge e a chi non ci ha ancora incontrate!
Articolo scritto da: Gloria Avolio