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img 26 FEB

L’importanza delle fiabe

E' risaputo che fin da piccoli i bambini sono creature profondamente legate alle storie. (...) Le storie sono per loro qualcosa di compulsivo a livello psicologico. Qualcosa di cui sembrano avere bisogno allo stesso modo del cibo e dell'amore. Impedire loro l'accesso all'Isola che non c'è sarebbe un atto di violenza.

(Jonathan Gottschall, L'istinto di narrare, Bollati Boringhieri)

Chi ha avuto la fortuna di ascoltare il racconto di fiabe durante l'infanzia, conserva di quei momenti un ricordo vivido e caro. Chi da bambino non ha insistito perché i nonni gli raccontassero, ancora, con le stesse parole, di "quella volta, quando... " ?

La dimensione fantastica di miti, leggende e racconti popolari ha da sempre costituito il canale privilegiato attraverso il quale i più piccoli penetrano i segreti del mondo, del bene e del male, e di tutte le infinite sfumature che esistono nell'animo umano. Le immagini fantastiche sono le stesse che si ritrovano nei giochi dei bambini e parlano un linguaggio universale.

Sono immagini archetipiche, comuni a tutti gli esseri umani, dalla notte dei tempi. Insegnano come affrontare i problemi della vita e come l'eroe, dopo una serie di avventure, riuscirà a venirne a capo. Jonathan Gottschall, insegnante di Letteratura inglese e scrittore, sostiene che alla lunga, agli albori dell'umanità, la Tribù delle Storie abbia avuto la meglio sulla Tribù della Pratica e che i discendenti della Tribù delle Storie siamo noi, oggi.

Ma perché raccontare fiabe ai bambini è molto più di una piacevole distrazione? Perché le immagini simboliche, i personaggi protagonisti e antagonisti, permettono un'immediata identificazione da parte del bambino che riuscirà a decodificare senza difficoltà i grandi temi etici e morali narrati; in breve, è molto più efficace una favola di un discorso astratto per spiegare ai più piccoli come affrontare i dilemmi della vita.

Le fiabe insegnano ai bambini a entrare in contatto con le proprie emozioni, siano esse positive o negative. Consentono l'esplorazione del proprio mondo emotivo e insegnano, attraverso l'identificazione con l'eroe, ad affrontare di volta in volta le diverse sfide non solo sul piano pratico, ma soprattutto sul piano emozionale. Sono un efficace strumento per integrare il proprio mondo emotivo e non rimanerne sopraffatti.

L'età delle fiabe inizia grosso modo intorno ai 4 o 5 anni e termina verso gli 8 o 9, ma sono dati puramente indicativi e ogni genitore può; regolarsi in base alle esigenze del proprio piccolo. Le immagini di personaggi terrificanti non devono spaventare noi adulti: se il racconto è narrato con toni pacati, ogni bambino creerà immagini mentali alla propria portata, che riuscirà a integrare insieme al vissuto emotivo suscitato.

Ecco perché è molto importante non censurarle, non modificarne i contenuti e non renderle "più moderne". Sostituire il principe con un altro personaggio più attuale, o l'orco con un criminale, sottrae le immagini fiabesche alla loro dimensione fantastica e, credendo di renderle più vicine o meno spaventose, diventano in realtà molto più difficili da affrontare - oltre a perdere la loro potenza.

Un altro aspetto da tener presente è la durata della fiaba: mentre in età scolare e soprattutto verso gli 8, 9 anni i bambini possono e spesso desiderano ascoltare vicende lunghe e avventurose, prima del lieto fine, in età pre scolare è preferibile scegliere racconti brevi, della durata massima di venti minuti, per non perdere l'attenzione del piccolo ascoltatore.

Perché raccontarle prima di andare a dormire? Perché è importante creare un ponte tra il vissuto della giornata e la sua rielaborazione onirica. In questo passaggio è fondamentale che il bambino sia accompagnato dai propri genitori, che venga creata un'atmosfera di protezione e calore e che spegnere la luce non sia associato ad un momento di solitudine. Inoltre, l'atmosfera calda e rilassata e il contatto col genitore influiscono sul ritmo corporeo del bambino, il quale rallenterà il battito cardiaco e le onde cerebrali, entrando nello stato ottimale per addormentarsi.

L'ideale sarebbe, almeno nei primi anni, imparare di volta in volta a memoria le fiabe da raccontare: questo fa sì che si possa mantenere il contatto visivo col piccolo e dare alla narrazione una cadenza più naturale. Quale miglior regalo che ritagliare del tempo dedicato, ricco di immagini ed emozioni, apposta per i propri figli?

In un'epoca dove troppo spesso si corre e si delega ad altri la propria presenza genitoriale per cause di forza maggiore, il racconto di una fiaba prima di andare a dormire sarà un regalo di fondamentale importanza, per loro ma anche per noi.

Articolo scritto da: Gloria Avolio