Un mucchio di sassolini ed ecco spuntare la torre di un castello, un po’ di fango e la torta è pronta, un pezzo di legno si trasforma in un castoro, un cuscino avvolto in un foulard e così inizia il gioco di “mamma e figlio”: i bambini hanno una fantasia straordinaria e un’immaginazione infinita. Nella nostra epoca, caratterizzata da un consumismo sfrenato, dove un nuovo modello di cellulare sostituisce il precedente prima ancora di averlo imparato ad usare, sembra impossibile che i più piccoli possano cavarsela senza giocattoli strutturati. Ed ecco che, allora, i genitori acquistano quel bambolotto che sa parlare, quella macchinina radiocomandata, il trenino con le luci e i suoni, le costruzioni tridimensionali: giochi sempre più articolati, moderni ma che lasciano ben poco spazio all’inventiva. Una limitazione che, con il tempo, influirà negativamente anche nella capacità futura – da adulti – di affrontare i problemi e di avvicinare il prossimo con interesse e partecipazione.
Per questa ragione è importante lasciare che la fantasia viaggi liberamente, che il bambino sperimenti, manipoli, inventi: verso i tre anni, quando inizia a dire “Io”, può; trasformarsi in qualcun altro e diventare all’occorrenza un animaletto o un neonato sperimentando i limiti di questo Io. Oppure ambienterà nel piccolo (ma per lui enorme!) mondo di casa, storie nuove ogni giorno: il tappeto si trasforma in un’isola sperduta in mezzo al mare, che è in realtà il pavimento; due sedie avvicinate e un telo che le copre e improvvisamente nasce una capanna e tanto altro ancora.
Successivamente, verso i cinque anni, il bambino rielabora quanto appreso dagli adulti di riferimento: non è raro, ad esempio, osservarlo mentre dispone le bambole in cerchio e gioca “alla scuola”.
E’ evidente, quindi, che quanto più i giochi saranno semplici, naturali, non strutturati, tanto più il piccolo svilupperà volontà, piacere del gioco, immaginazione e sarà meno iperstimolato.
Un gioco eterno ma da sempre apprezzatissimo è, senza dubbio, la bambola: di legno, di porcellana, di stoffa, fino ad arrivare a quella di plastica, nei secoli ha seguito un percorso di sviluppo, cambiamento e crescita. Esattamente come l’essere umano: non a caso la bambola è immagine dell’uomo e ricerca del proprio Io. Va curata, accudita, rispettata, amata.
Non è necessario, però;, orientarsi necessariamente nell’acquisto di bambole costose o tecnologiche: è possibile, al contrario, realizzarle artigianalmente, con lana per l’imbottitura, maglina per il corpo, cotone per gli abiti.
Se l’obiettivo, però;, è creare una bambola di stoffa o di pezza perfetta, da vestire e pettinare, saranno necessari tempo, abilità nel cucito, cartamodelli e tanta pazienza. Per quanto splendida e sicuramente apprezzata, non è essenziale per un bambino piccolo offrire una bambola così dettagliata: sembra incredibile, infatti, ma può; bastare un semplice pezzo di stoffa annodato e inserendo una pallina di lana per la testa. Se si desidera realizzare un modello più accurato, oltre ad annodare la testa fermando la pallina interna con lo spago, si potranno fare altri nodi laterali per le braccia e le gambe. L’importante è che sia molto piccola e maneggiabile per il bambino.
Per i più piccoli, inoltre, ci sono tanti altri semplici giochi da creare con materiali semplici e tanta fantasia.
Con alcuni rametti, palline di carta velina di vari colori e un po’ di filo, si potranno realizzare oggetti mobili e leggeri da far ondeggiare a ogni alito di vento sopra al fasciatoio o la culla.
Un altro gioco molto semplice le cui origini si perdono nella notte dei tempi, è la pallina :certo in commercio se ne trovano di vari tipi spesso anche a costi davvero esigui, ma non c’è nulla di più bello di una palla di stoffa o di lana, realizzata a mano, morbida e soffice, che conserva al suo interno il calore delle mani che l’hanno creata.
Si possono semplicemente cucire tra loro quattro pezzi di stoffa di forma ellittica lasciando aperto un lato per rivoltare il lavoro: all’interno si potrà riempire di lana grezza, cotone, ritagli di stoffa o un gomitolo di lana inutilizzato.
Altrettanto bella è, per chi possiede i fondamenti dello “sferruzzamento”, quella realizzata a maglia: lavorando tutto diritto o un filato dello stesso colore o, meglio ancora, strati di colori diversi, alterandoli alla stessa altezza, ancora una volta imbottendo alla fine con lana grezza o stoffa e cucendo le “punte” per formare la pallina. E’ importante che la misura sia adatta alla manina del piccolo.
Anche un piccolo sonaglio, per il neonato in culla o passeggino, si può; creare artigianalmente evitando quelli freddi e asettici in plastica: lavorando all’uncinetto con un filo di cotone fino a ottenere una forma allungata e con una palla all’estremità. Ovviamente prima di chiudere tutto si dovrà imbottire di lana e inserire il campanellino: sarà un dono eterno!
Per i bimbi più grandicelli, dopo i tre-quattro anni, è possibile creare giochi molto semplici con materiali naturali o da riciclo praticamente a costo zero: uno dei più apprezzati è sicuramente la barchetta. Anche in questo caso è davvero molto semplice: un pezzo di corteccia, un guscio di noce riempito di cera da modellare o pasta di sale, oppure due o tre tappi di sughero incollati tra loro per la base; uno stuzzicadenti per sorreggere la vela che potrà essere realizzata con ritagli di carta o di pannolenci.
Una bacinella d’acqua e… il piccolo veliero inizierà le sue avventure!
Un altro gioco che appassiona (diversamente da ciò; che si pensa normalmente) sia maschietti sia femminucce è quello della “cucina”: i bambini cucinano per ore nei loro “ristoranti”, preparano zuppe con ghiande e sassolini, torte e polpette di fango, pizze con sassi piatti e tanto altro ancora. Se, però;, giocano in casa e hanno a disposizione una “mini-cucina” vera (anche realizzata con una cassetta di legno e sottopentola per i fornelli) si potranno creare ortaggi fatti a mano con stoffa o pannolenci di vari colori, cuciti secondo il proprio estro e fantasia.
Un altro gioco graditissimo ad ogni età è quello legato al suono: i piccoli adorano fare “rumore”, battendo su oggetti, improvvisando tamburi o sonagli. Un modo per scoprire il suono che si nasconde in ogni cosa è creando dal nulla (utilizzando sempre materiali naturali o da riciclo) strumenti musicali di ogni tipo: ad esempio inserendo all’interno di bottiglie di plastica alcuni sassolini, bottoni, semi, perline, tappi. Un altro “strumento” davvero piacevole (anche per gli adulti) e rilassante è il bastone della pioggia: se ne trovano di splendidi nei negozi etnici, forgiati in legno e decorati, ma è possibile anche realizzarli con un semplice tubo di cartone con un coperchio (che può; essere anche un rotolo di carta igienica o da cucina chiuso da ambo i lati) riempito con fagioli secchi, semi, riso, che produrranno fruscii di acqua, onde o perfino…temporali!