Manca poco, il Natale si avvicina. Sul tavolo della natura, poco per volta, hanno fatto la loro comparsa pietre preziose e cristalli che hanno indicato la strada a Maria e Giuseppe e l’asinello, verso la grotta. Poi sono spuntati alberelli di cera, pigne luccicanti, sono cresciute noci dorate, sono comparsi bulbi che daranno vita a nuovi germogli in primavera: elementi vegetali che adornano e accompagno il cammino della Sacra Famiglia. Nella terza settimana di attesa, ora è la volta del mondo animale. A portarli è l’Angelo Bianco, che comparirà anch’esso accanto al calendario dell’Avvento, realizzato con la lana cardata, in legno, oppure semplicemente dipinto in acquerello con sfumature delicate.
E’ un Angelo di luce che con il suo raggio di sole che tiene nella mano destra, si rivolge al cuore di coloro nei quali l’Angelo Rosso aveva trovato un po’ di amore puro: e questa luce, penetrando nei loro cuori, accende il loro sguardo in modo così luminoso da far somigliare, anch’essi ad angeli.
Così, ogni mattina, nella taschina del calendario faranno la loro comparsa piccoli animali di ogni tipo e foggia. Potranno essere in pietra o cristallo, riecheggiando quanto accaduto nella prima settimana, oppure realizzati con l’aiuto di materiali tratti dal mondo vegetale, in un interminabile filo rosso con la seconda settimana.
E’ il caso, ad esempio, di topini che nascono da semplici noci dove la parte più appuntita diventerà il “musetto”: sarà sufficiente incollare pezzettini di rami sottili o di spago che si trasformeranno nei baffi e nella codina e, con frammenti di corteccia o, se si preferisce, pannolenci, creare le orecchie.
O, ancora, una pigna sulla quale faranno la loro comparsa grandi occhi, il becco triangolare e ali laterali ritagliati dal feltro e incollati, potrà assumere in pochi attimi l’aspetto di un gufetto.
Con una mandorla, un po’ di colla e in pannolenci, invece, compaiono graziosi uccellini: la mandorla sarà il “volto” dell’uccellino sul quale si incollerà un pezzettino di stoffa triangolare che ricorderà il becco e di potranno disegnare gli occhi con matita nera. Con la colla a caldo o colla molto resistente, poi, si attaccheranno alla base le zampine create con rametti sottili o fil di ferro che, a loro volta, verranno posizionate su un ramo più robusto. E magicamente l’uccellino avrò; preso forma!
Un animale che non può; mancare in un presepe è, senza dubbio, la pecorella: un piccolo gregge che seguirà i pastori in visita al Bambino Gesù è un simbolo inequivocabile del Natale.
Si possono creare in tantissimi modi: con il rotolo della carta o cartoncino piatto ricoperto di ovatta o lana cardata e tessuto per muso e orecchie, oppure in stoffa o all’uncinetto.
Chi è pratico di lavoro a maglia può; realizzarla in maniera piuttosto semplice: si lavora tutto diritto calando i punti dove si formeranno le zampe e aumentando nella zona della testa. Poi si chiuderà tutto e si potrà imbottire o di ovatta o di lana grezza. Ancora più facile e di sicuro effetto, però;, la pecorella in lana cardata o con una vecchia maglia bianca: saranno necessari uno scovolino (di quelli per la pipa) o del fil di ferro, colla o ago e filo.
Innanzitutto si dovrà modellare il fil di ferro creando una sorta di “scheletro” del corpo e un ovale per la testa, all’interno del quale si potrà inserire una pallina di carta per dare volume; lo stesso si farà per il corpo ma avvolgendo la carta esternamente.
Quindi le sagome andranno rivestite con la maglina o la lana cardata, rigirando più volte e stringendo in modo da formare proprio la sagoma dell’animale. Con varie striscioline di lana o di maglina più sottili ancora intorno al corpo si potrà poi creare l’effetto “vello” della pecora. Due pezzettini di stoffa incollati o cuciti da ambo i lati saranno le orecchie ed ecco: già in questo modo la pecora accovacciata sarà pronta per la taschina del calendario dell’Avvento.
Se, invece, si desidera realizzare una pecorella in piedi, prima di aggiungere lana o maglina si avvolgerà un altro fil di ferro intorno al corpo lasciando due lembi liberi in basso e ripetendo l’operazione nell’altra parte della sagoma, in modo da formare le due zampe anteriori e quelle posteriori.
Una volta rivestite ancora con la lana o il panno ben stretti intorno al fil di ferro e avvolgendo in fondo con filo più scuro (per creare gli zoccoli) le zampe saranno pronte e la pecora potrà stare perfettamente in piedi in un bel prato di pannolenci verde, da porre sul tavolo della natura, insieme al suo gregge. In attesa di poter assistere alla nascita del Bambinello….
“Le pecore, da parte loro, considerarono il fatto che il piccolo avrebbe avuto bisogno di abiti morbidi e caldi e speravano che, se fossero state attente a non sporcarsi, la loro lana sarebbe stata abbastanza bella e soffice”.
(tratto da l’Asinello di Maria e la fuga in Egitto di Gunhild Sehlin)