In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, ricorrenza che cade ogni anno il 31 maggio allo scopo di indurre una parentesi di riflessione sul tabagismo, è emerso che l’Italia ha il primato dei giovani fumatori in Occidente.
Un primo posto di cui non andare tanto fieri, quello dei baby tabagisti, ma tant’è. Rimane invariato nel tempo il numero totale dei fumatori nazionali, che si attesta intorno agli 11.5 milioni, circa un 20% della popolazione.
Se la prima sigaretta la maggior parte delle volte ha motivazioni sociali e i genitori possono influire relativamente su quello che spesso è una scorciatoia per affermare uno status, ovvero “essere grandi”, è invece enorme la responsabilità degli adulti verso i più piccoli legata al fumo passivo e al “fumo di terza mano“.
Di cosa si tratta? Perché sono un fattore di rischio soprattutto per la salute dei bambini?
Il fumo passivo è un noto nemico della salute in generale, ma recenti studi svolti in Italia sostengono che dal secondo anno di vita il 52% dei bambini vi è esposto. I dati dell’OMS raccolti analizzando oltre 40 studi dimostrano che i figli di un genitore fumatore hanno il 70% in più di rischio di contrarre malattie delle basse vie respiratorie e una maggiore predisposizione a sviluppare otiti medie, acute e croniche.
L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù riporta che “Secondo il report dell’Environmental Protection Agency della California, ci sono prove inequivocabili che il fumo passivo è un fattore di rischio per l’induzione di nuovi casi di asma e provoca riacutizzazioni di episodi di asma in bambini con malattia stabilizzata”. Senza dimenticare che la nicotina è tra le sostanze inequivocabilmente classificate come cancerogene e non aumenta il rischio solo per i fumatori, ma anche per chi è esposto al fumo passivo.
Se per quanto riguarda il rischio di tumore al polmone esiste una correlazione nota in letteratura tra numero di sigarette fumate e rischio di tumore al polmone anche per il fumatore passivo, il rischio cardiovascolare nei bambini e in generale nei fumatori passivi non è direttamente proporzionale alla durata e alla quantità dell’esposizione: è sufficiente mezz’ora di esposizione per creare danni nelle cellule dell’endotelio che rivestono le arterie coronariche.
Per quanto riguarda il fumo di terza mano, si tratta di un nemico della salute non meno pericoloso. Infatti viene chiamata così l’esposizione involontaria ai residui della combustione del tabacco e degli inquinanti presenti nelle sigarette e depositati su superfici, oggetti di uso quotidiano e abiti. Non è solo l’inalazione involontaria del fumo, ma anche il contatto con le sostanze cancerogene (N-nitrosammine e nitrosammine specifiche del tabacco) presenti nei depositi di nicotina a esporre i più piccoli – e non solo – al rischio per la salute.
I bambini sono particolarmente vulnerabili perché oltre a non possedere un sistema respiratorio completamente sviluppato, dotato di tutti i sistemi di difesa presenti negli adulti, sono i maggiori fruitori degli spazi domestici e tendono a portare tutto alla bocca.
Non solo: si potrebbe anche farne una questione etica, visto che in merito al rischio per i minori si tratta di una scelta subita della quale i responsabili non sono terzi – quindi persone non direttamente coinvolte – ma gli stessi genitori.
Insomma, se proprio scegliete di fumare, fatelo fuori dalle mura domestiche e della vostra automobile per tutelare la salute dei vostri figli.