Ogni estate la Notte di San Lorenzo è un appuntamento imperdibile che tiene incollati con gli occhi al cielo. Il particolare fenomeno astronomico osservabile nelle notti tra il 10 e il 13 di agosto regala ai suoi spettatori una vera e propria pioggia di stelle cadenti, note come le Lacrime di San Lorenzo.
Dal punto di vista scientifico stiamo parlando della pioggia meteorica delle Perseidi, ovvero lo sciame di meteore meglio osservabile da tutto il mondo originato dalla disintegrazione della cometa Swift-Tuttle. Le scie luminose che attraversano il cielo durante questi giorni, lunghe fino a 20 km, sono l’effetto dello scontro ad altissima velocità tra i residui della cometa e l’atmosfera terrestre, memoria visiva di orbite passate.
Per la maggior parte delle persone, però, l’appuntamento con le Lacrime di San Lorenzo ha radici antiche legate più che alla scienza alle tradizioni popolari: ci racconta di un tempo nel quale l’uomo si rivolgeva al cosmo per leggervi segni e messaggi divini. Ancora oggi, infatti, le stelle cadenti sono messaggere di speranza e a loro affidiamo sogni e desideri.
La tradizione cristiana associa lo spettacolo celeste al martirio di San Lorenzo, datato 10 agosto 258, durante la persecuzione dell’Imperatore Valeriano contro le prime comunità cristiane. Si dice sia stato arso vivo e le meteore che solcano queste notti di agosto siano le sue lacrime di dolore e speranza.
Nonostante la storiografia ritenga che il Santo in realtà fu decapitato, la tradizione non rinuncia alla versione popolare della leggenda, che in altre versioni associa le meteore ai tizzoni ardenti del fuoco sul quale avvenne il martirio, tanto da essere ripresa dalla poesia “X agosto” di Giovanni Pascoli nella quale il poeta ricorda la morte del padre.
La tradizione europea precristiana, comune a molte culture che hanno preservato un approccio magico-misterico verso il cosmo e le leggi naturali, associa le stelle cadenti al verificarsi di eventi straordinari, spesso catastrofici. Visione tipica dell’uomo primitivo in balia di forze numinose e terrificanti, il sentimento del magico è radicato anche nell’uomo di oggi, fortunatamente.
Riscoprire lo stupore di fronte al cielo non è necessariamente segno di superstizione ma, anzi, può; essere un momento privilegiato per lasciare emergere dal profondo necessità e intenzioni sopite. Quale momento migliore delle rilassanti notti di agosto, per una meditazione profonda in ascolto di se stessi? E’ nel silenzio del cielo e dei tempi lunghi che l’uomo può; ascoltarsi e mettere a fuoco lucidamente obiettivi e progetti da attuare a settembre, tempo di maturazione e raccolta.
Secondo gli esperti, quest’anno la notte ideale per godersi lo spettacolo celeste è quella tra il 12 e il 13 agosto, con un picco previsto nelle prime ore del mattino. Inoltre, sembra che grazie alla potenza gravitazionale di Giove quest’anno lo spettacolo sarà particolarmente ricco, con un possibile “outburst” – un picco di intensità inusuale – che regalerebbe agli spettatori fortunati fino a 150/200 stelle cadenti ogni ora.
Non resta che scegliere un posto del cuore e prepararsi a trascorrere qualche ora al buio, senza smartphone e luci artificiali a rovinare l’atmosfera e l’adattamento degli occhi alla vista notturna. Dopo di che, occhi a Nord Est e una buona compagnia accanto, la volta celeste tornerà a catturarci col suo magnetismo: per ogni stella cadente un desiderio che si avvera, ma soprattutto un invito a non smettere di desiderare e inseguirsi.
Quest’anno, per chi si trova in Italia, i luoghi migliori per guardare il cielo nelle prossime notti sono le località del Sud e delle Isole, mentre al Centro-Nord le condizioni meteorologiche non saranno ottimali. Ma visto che durante le notti di San Lorenzo “speranza” è la parola d’ordine, tutti con lo sguardo volto al cielo: fino al 24 agosto lo spettacolo va avanti!