Di coppette mestruali e di altre avventure

Poco più di un anno fa parlavamo qui della famosa coppetta mestruale. Nel frattempo ho provato in prima persona a utilizzarla e un po’ per il successo del post, un po’ perché la mia esperienza non è stata priva di piccole difficoltà, un approfondimento è d’obbligo.

La mia è una Lady Cup ma ne esistono di svariate marche e modelli, più o meno morbide. La Lady Cup è considerata tra le più rigide in commercio (anche se in realtà l’anello è rigido mentre il corpo è mediamente morbido) e questa caratteristica la rende sicuramente molto pratica perché una volta inserita si apre a colpo sicuro, evitando l’atroce dubbio di una coppetta semiaperta che non raccoglierà completamente il flusso mestruale, con ovvie e temutissime conseguenze.

Ma proprio per questo bisogna parlare dell’inserimento: sfatiamo qualche mito, serve un po’ di pratica e una certa confidenza col proprio corpo. Quindi, un po’ di pazienza le prime volte perché vuoi per inesperienza, vuoi per la fisiologica tensione, invece di riuscire a inserirla correttamente la coppetta potrebbe sfuggire e rimbalzare come una pallina da ping pong attraverso il bagno.

Per un corretto inserimento quindi bisogna cercare di rilassare le pareti vaginali, piegare la coppetta (io mi sono trovata bene piegandola “a tulipano”, nel web si trovano immagini esplicative) e poi inserirla tenendo presente che non bisogna spingere in verticale ma obliquamente, verso il posteriore. Bagnarla con acqua o gel lubrificante a base di acqua semplifica molto l’operazione.

Estrazione: idem come sopra, calma e sangue freddo. Le prime volte, specie al mattino, può; sembrare un’impresa impossibile. Ma una volta realizzato che non può; essere stata risucchiata, basta rilassarsi e mettersi in una posizione comoda e piano piano scenderà. Giuro. Quindi niente panico, aiutarsi con le dita togliendo il sottovuoto può; essere la mossa vincente: schiacciandola alla base perde aderenza e sfilarla sarà meno complicato.

Per la scelta del modello ottimale va tenuto presente che se si ha un pavimento pelvico tonico le coppette rigide sono l’ideale, al contrario se il pavimento pelvico è più rilassato sono preferibili quelle morbide, che si adattano meglio e non tendono a scendere. Là dove ci sia ipersensibilità, però;, anche se si ha un pavimento pelvico molto tonico si può; provare una coppetta un po’ più morbida. Allo stesso tempo è importante tenere presenti le diverse taglie in base ad alcune variabili (età anagrafica, parti vaginali, allenamento fisico ecc.)

Al netto dei se e dei ma, gli aspetti positivi sono:

– la sensazione di freschezza e pulizia: impagabili. Dipendendo molto meno dalle gite al gabinetto (una coppetta inserita correttamente può; regalare fino a 12 ore di autonomia) ci si dimentica quasi di essere in quel periodo e si affronta il proprio ciclo con maggiore leggerezza;

– dover prendere dimestichezza col proprio apparato riproduttivo regala maggiore consapevolezza di sé, e imparare a rilassare i muscoli vaginali può; tornare utile in diverse situazioni, parto compreso;

– si risparmia e questo si nota immediatamente: al posto dei due pacchi di assorbenti al mese ne basta e avanza uno piccolo di proteggi slip, da utilizzare unicamente per essere certe di non sporcarsi visto che qualche perdita di lievissima entità può; verificarsi per svariati motivi (banalmente perché si inserisce la coppetta a flusso già iniziato);

– oltre al risparmio, non si inquina;

Detto ciò, per alcune è innamoramento immediato, per altre come me serve un po’ di tempo per diventare pratiche ma credo ne valga la pena.