C’era una volta una giovane volontaria che prestava soccorso ai migranti siriani di passaggio alla Stazione Centrale di Milano. Uno di loro le rimane nel cuore: ha appena tredici anni ed è in viaggio da cinque. E’ partito da Aleppo o limitrofi, un bambino di appena otto anni in fuga dalla guerra; sono poco più di 3000 i chilometri che lo separano da Milano, direzione Germania, dove lo aspettano i parenti e un futuro. Un viaggio da niente, in aereo. Una storia come quella di tanti altri ragazzini, purtroppo.
Oggi, lunedì 11 luglio, si celebra come ogni anno da ventisette anni la Giornata Mondiale della Popolazione e della Sostenibilità. Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) istituisce questa ricorrenza nel 1989, due anni dopo che la popolazione mondiale supera la soglia record di 5 miliardi di persone, con l’obiettivo di aprire una riflessione sulle tendenze demografiche e di sviluppo in un mondo dove le risorse non sono illimitate.
La giornata di quest’anno è rivolta ai giovani, per un impegno concreto in direzione di uno sviluppo sostenibile che tuteli “le generazioni future”. Infatti si stima che oggi gli abitanti della terra siano quasi 7 miliardi (sembra che il 7 miliardesimo cittadino del mondo nascerà intorno a ottobre) ma entro il 2025, a questo ritmo, si raggiungerà il traguardo degli 8 e a fine secolo potremmo essere poco meno di 16 miliardi di individui a fronte di un pianeta certamente ricco di risorse, le quali però; si esauriranno se lo sviluppo continuerà ad essere inteso solo in termini di profitto.
In questo quadro è quanto mai importante mettere in agenda piani di sviluppo diversi da quelli perseguiti finora, responsabili delle enormi disuguaglianze di cui nell’era di Internet siamo tutti a conoscenza: c’è abbastanza cibo per tutti eppure 1 miliardo di persone soffre la fame; mentre un’esigua fetta di giovani fortunati costruisce il proprio futuro in Paesi che hanno fatto del diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità una bandiera, la maggioranza dei giovani che abita il resto del mondo vive in territori di guerra o viene sfruttato per mantenere i privilegi di una minoranza.
Un terzo dell’umanità è costituita da minori, localizzati soprattutto nel Terzo Mondo e in Paesi in via di sviluppo. Per questo motivo spesso il diritto all’istruzione rimane sulla carta, dando vita a molteplici forme di schiavitù. Il motto del Fondo delle Nazioni Unite quest’anno è “sette miliardi di azioni”, per dare un significato concreto al numero di abitanti della terra raggiunto quest’anno, un numero che demograficamente è una pietra miliare.
In questo motto c’è un chiaro e necessario richiamo alla responsabilità individuale oltre che collettiva: ognuno dovrebbe farsi promotore di uno stile di vita che guardi all’obiettivo dello sviluppo sostenibile, altrimenti questo tipo di iniziativa non ha alcun valore. Cosa si intende per responsabilità individuale e sviluppo sostenibile? Le definizioni sono tante, quella indicata dal WWF si riassume con l’indicazione di imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta. “Quindi lo sviluppo sostenibile è la capacità della nostra specie di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere e senza oltrepassare le loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive.” (qui più info).
Noi abitanti di una zona del mondo privilegiata dovremmo interrogarci sull’impatto ambientale dei nostri consumi: cosa possiamo fare concretamente? Serve tempo, non ci si improvvisa “eco consumaori”. L’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile punta tutto sulla consapevolezza: con la collaborazione di Eumetra, Istituto di ricerca sociale, economica e di opinione, sottolinea l’importanza dei comportamenti di consumo e di acquisto oltre alla conoscenza generale della tematica. La sostenibilità è una questione non solo ambientale: coinvolge gli ambiti più diversi, non ultimo quello dei diritti e dell’economia. Soprattutto, richiede la disponibilità a rivedere i propri acquisti, approfondendo.
Per questo motivo consigliamo, quando possibile, la scelta di cibi biologici o acquistati da piccoli produttori locali; la scelta di articoli prodotti da aziende che usano energie rinnovabili; di materiali riciclabili piuttosto che quelli ad alto impatto ambientale. Ecco perché scegliere pannolini ecologici e cotono e lana bio: a maggior ragione quando si tratta del benessere dei più piccoli, la qualità non è solo una questione di salute ma anche una questione etica. Con ricadute che più o meno direttamente avranno comunque un impatto globale.
Scrive Mariagrazia De Castro, dottoressa in Economia ambientale: “essere eco consumatori non è un fatto episodico. E’ lo specchio visibile di un’etica personale che contempera in sé una spiritualità ecologica e la prassi quotidiana, intesa come tangibilità delle azioni sostenibili.
Insomma, la Giornata Mondiale della Popolazione e della Sostenibilità quest’anno sarà un’occasione per ripensare la propria quotidianità e i propri consumi, avendo come obiettivo quello di contribuire alla creazione di un futuro migliore per il sette miliardesimo abitante del nostro mondo ma soprattutto per il ragazzino siriano incontrato dalla volontaria della Stazione Centrale, con l’augurio che possa tornare a ricostruire il suo Paese, un giorno. Libero di progettare la propria famiglia, libero dalla paura e dalla fame.