Fare mangiare frutta e verdura ai bambini è una battaglia. Sembra un luogo comune ma spesso, purtroppo, è un fatto. Il cibo industriale è sicuramente molto appetibile, a partire dalla confezione, e vorrei ben vedere visto che è studiato apposta per essere desiderato e comprato. Come possono competere un mazzetto di carote o di ravanelli? Semplice, coltivandoli.
L’idea di creare fattorie dove fare attività didattica nasce in Scandinavia all’inizio del secolo e arriva nei paesi mediterranei negli anni ’70; in Italia prende piede grazie ad Alimos negli anni ‘90. Il merito di questa iniziativa va al Club 4H (health, heart, head, hands), un movimento giovanile nato negli USA – tuttora esistente – che si prefigge come obiettivo uno sviluppo armonico dell’individuo secondo lo slogan “learn to do by doing” (imparare facendo).
Le fattorie didattiche si propongono così di insegnare tutte quelle attività dalle quali i bambini di città sono tagliati fuori, mostrando e facendo loro sperimentare il ciclo di lavoro delle attività agricole. Questo non solo permette un’esperienza diretta dell’ambiente rurale e di tradizioni antiche, ma favorisce anche un rapporto diverso con l’alimentazione, sensibilizzando ad uno stile di vita più consapevole ed ecosostenibile. Per chi fosse interessato, qui il portale delle fattorie didattiche italiane, con tutte le informazioni utili regione per regione.
In una direzione analoga vanno anche diversi progetti pedagogici, come quello delle Scuole Waldorf e Montessori: in entrambi i casi, dove è possibile, vediamo i piccoli scolari cimentarsi con orti e con animali da fattoria. Ma in generale la necessità di reintrodurre in età scolare un rapporto diretto con l’agricoltura è riconosciuto su larga scala: infatti secondo un sondaggio europeo i bambini pensano che il pollo abbia quattro zampe, che le more siano caramelle e che l’orto sia un reparto del supermercato.
Questa ignoranza non mette a rischio soltanto un patrimonio culturale vastissimo, ma anche la salute, visto che solo in Italia un terzo dei bambini tra sei e nove anni è sovrappeso o obeso. Senza contare la vasta gamma di problemi non evidenti che si manifestano sul lungo periodo, a fronte di una scarsa cultura alimentare.
Tornando quindi alla domanda iniziale – come rendere appetibili e familiari le verdure? – la via più rapida è proprio quella di coltivarle insieme ai bambini: l’imprinting alimentare è fondamentale, per questo abituare sin da subito i bambini ai sapori genuini è il punto di partenza. Bene, ma allora basterà acquistarle fresche ed evitare i prodotti industriali! Anche, ma non solo.
Un rapporto diretto con l’intero ciclo produttivo farà la differenza, e la vera notizia è che si può; partire da casa. Vivete in città? Non avete un giardino? Non importa, non è necessario preparare l’orto del contadino con tutte le varietà di frutta e verdura di stagione: basterà un po’ di inventiva, qualche piantina e dei semi. Esistono idee geniali per sfruttare gli spazi in verticale, inoltre una piantina di pomodori cresce davvero in pochissimo spazio: servono vasi, vasetti, fioriere e cassette della frutta, terriccio e tanta, tanta fantasia.
Di idee per sfruttare al meglio il poco spazio di cui si dispone in città è pieno il web, pertanto non mi dilungherò; su questo fronte: basta tener presente che adesso è il periodo ideale per mettere a dimora le piantine di solanacee (pomodori, melanzane, peperoni ecc.) anche nei balconi o nei terreni non esposti a sud (dove invece si può; iniziare già a metà marzo –primi di aprile). Ci si può; sbizzarrire anche con piantine aromatiche, ideali sui balconi o sui davanzali di casa, e poi bietole, finocchi, sedano, cicoria, misticanza, aglio e cipolle che si accontentano tutti di vasi e fioriere di modeste dimensioni: basteranno contenitori da 20 cm x 15 e… via alla creatività!
Responsabilizzare i bambini nella cura di ciò; che hanno messo a dimora o seminato è un modo per insegnare loro la virtù della pazienza: impareranno che ogni risultato ha bisogno di amorevoli cure e dedizione, e che ogni frutto della terra è un regalo che ha impiegato tempo per maturare e assorbire tutti i profumi e i sapori che ritroveranno in tavola. E che, sicuramente, rispettarenno e apprezzeranno in un modo nuovo!