Il 29, 30 e 31 gennaio sono conosciuti come “i giorni della merla“. Anche se le temperature sembrano proprio volerci prendere in giro, questi dovrebbero essere i giorni più freddi dell’anno.
Esistono diverse versioni della leggenda popolare, ma sicuramente la più attuale è quella che racconta di un Gennaio dispettoso, della durata di ventotto giorni, che si divertiva a prendersi gioco di una merla, facendola congelare quando la poveretta usciva dal nido in cerca di cibo.
La merla decise così di porre fine ai giochi e conoscendo bene il suo aguzzino, accumulò; scorte di cibo sufficienti per ventotto giorni, in modo da non dovere uscire al freddo. Felice e soddisfatta credeva di aver finalmente chiuso la partita, quando l’antipatico Gennaio chiese in prestito tre giorni al compagno Febbraio, che durava ben trentuno giorni. Gelò; come non mai e alla povera merla non restò; altra via di scampo che il comignolo di una casa.
Purtroppo, passati i tre giorni ghiacciati, quando la merla uscì dal comignolo le sue piume un tempo candide erano tutte nere di fuliggine e, da allora, tutti i merli sono neri.
Come si nota, il mese di gennaio ha fama di essere balzano e dispettoso anche nella tradizione popolare, ma di certo i cantastorie non si sarebbero mai aspettati temperature tanto alte nella fascia temperata. In ogni caso, sembra che da questi tre giorni sia possibile ricavare delle previsioni sulla primavera a venire: se i giorni della merla sono freddi e inclementi, la primavera dovrebbe arrivare per tempo ed essere clemente. Se invece i giorni della merla non sono segnati da gelate e neve, allora la primavera tarderà ad arrivare.
Passando dalla leggenda popolare alla scienza, sembra che il pianeta Terra sia effettivamente più caldo dello 0,7% rispetto alla fine dell’Ottocento. Questo innalzamento della temperatura globale sembra non essere spiegabile a partire dai cicli naturali e GreenPeace teme che per la fine del Ventunesimo secolo le temperature possano raggiungere tra l’1,8 e i 4°C di aumento.
I fattori che spiegano, o almeno concorrono a spiegare il riscaldamento globale, sono riassunti in questo articolo di National Geographic a partire dai dati raccolti dal Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (CMCC), gruppo di ricerca costituito dalle Nazioni Unite.
In parte, la spiegazione è già presente nella leggenda dei giorni della merla: la presenza dell’uomo sul pianeta è diventata estremamente invasiva e ha modificato numerosi equilibri naturali, dando vita a nuovi ecosistemi e a inedite forme di adattamento. I merli ora hanno le penne nere, ma si possono riparare dal gelo grazie al calore dei nostri comignoli. Gli stessi comignoli che sono fonte di inquinamento, in certi casi.
Diventare consapevoli del proprio impatto ambientale è un primo passo!