Ormai ci siamo: oggi è l’ultima domenica d’Avvento e presto, tra meno di una settimana, accadrà la Magia. Di nuovo. Queste sono le ultime giornate utili per ultimare i preparativi – almeno idealmente, che poi si sa, spesso fino all’ultimo rimangono regali da incartare, dettagli da curare, pranzi da inventare.
Per regalarci anche oggi un momento di raccoglimento, che celebri questa ultima domenica prima del Natale, possiamo ascoltare della musica e quale luogo migliore per farlo che sotto l’albero di Natale? Nelle scuole Waldorf in effetti è proprio così che ci si saluta prima delle vacanze natalizie: cori natalizi intorno ad un albero.
La Festa dell’Albero vede insegnanti, alunni e personale scolastico riuniti in cerchio intorno ad un grande abete, decorato con fiocchi rossi e candele. Nella penombra si levano i cori natalizi, mentre uno ad uno gli insegnanti accendono le candele con lento incedere, fino a che l’intero ambiente viene pervaso dalla luce emanata dall’albero.
Per chi vi ha partecipato è un momento molto suggestivo, che scalda il cuore. Infatti, nonostante oggi l’usanza dell’albero di Natale sia stata abbondantemente strumentalizzata dal consumismo che ne ha tacitato gli aspetti più intimi e comunitari, l’albero ha alle spalle una solida tradizione nella cultura nordeuropea.
Come simbolo del ciclo vita-morte-vita ha origini che si perdono nella notte dei tempi e che sono comuni alle culture più disparate. Nel cristianesimo, mescolato al candelabro, è una presenza che ne segna le origini ma è soprattutto la tradizione germanica che ha dato nuovo lustro alla centralità dell’albero, sull’onda del romanticismo ottocentesco che ha attinto alla tradizione pagana.
Che le decorazioni siano casalinghe o industriali poco importa: i canti, le poesie recitate intorno all’albero sono occasione di riunione per rinsaldare i legami che ci legano alle altre persone, e questo non può; che rimanere un invito permanente a non dimenticare il senso più originario del Natale.
Questo non ha niente a che vedere con il proprio credo o con la propria confessione, ma è un richiamo etico: intorno all’albero comportiamoci come se fossimo tutti fratelli, e oggi più che mai sarebbe bello che l’albero che abbiamo in casa ci richiamasse a questo impegno individuale.
Come scriveva Adam Ferguson, Gli uomini si riuniscono per decidere di affari; si separano per rivalità di interessi, ma, nei loro molteplici scontri, amici o nemici che siano, si accende un fuoco che considerazioni di interesse o di sicurezza non possono emarginare.
Intorno a questo fuoco si leveranno sempre leggende e canti, ed è allora che l’Angelo Viola sorvola la terra.
L’Angelo Viola Malva – Quarta Domenica
L’ultima domenica prima di Natale un grande angelo con il mantello di un colore violetto molto delicato e caldo appare in cielo e sorvola tutta la terra. Tiene nella sua mano una grande lira. Suona con questa lira una musica molto dolce e canta un canto molto armonioso e chiaro. Ma per udirlo bisogna avere un cuore silenzioso e attento. Egli canta il grande canto della Pace, il canto del Bambino Natale e del Regno di Dio che viene sulla terra. Moltissimi angioletti lo accompagnano e anch’essi cantano e giubilano nel cielo. Allora tutti i semi che dormono nella terra si risvegliano e la terra stessa ascolta e trasale: il canto degli angeli le dice che Dio non la dimentica e che un giorno sarà di nuovo un Paradiso.
… Buone Feste!