Qual è il “lavoro” dei bambini? Giocare. Lungi dall’essere un passatempo, il gioco è l’attività fondamentale attraverso la quale il bambino inizia il suo lungo percorso di apprendimento. Per questo se è vero che l’attività ludica è caratterizzata dalla leggerezza, andrebbe trattata con la massima serietà.
Per scegliere il giocattolo adatto per un bambino, ci si può; orientare grazie a poche ma fondamentali coordinate: innanzi tutto, tenere presente che fino ai sette anni circa il gioco in sé sarà gesto volto a imitare i gesti degli adulti.
E’ l’innata capacità mimetica a dischiudere le porte del mondo circostante al bambino, che se nei primi tre anni riprodurrà semplicemente i movimenti e le parole che vede e ascolta, nella fase successiva dello sviluppo trasformerà il gesto fine a se stesso in vere e proprie azioni di senso compiuto.
Infine, verso i sei o sette anni, il gioco sarà sempre rivolto all’emulazione del mondo degli adulti ma non si tratterà più di semplice copia: inizierà una vera e propria progettazione del come, del dove, del quando e del perché, proprio come fanno i grandi narratori di storie.
Ecco che la fantasia è un’altra importantissima coordinata da tenere presente. E’ grazie a lei e all’imitazione che il bambino elabora la propria quotidianità ed è secondo questo ordine di idee che diventa importante un giocattolo che sia elementare, indefinito e rudimentale.
La domanda chiave da porsi è: “cosa potrebbe fare quel bambino specifico con questo o con quel giocattolo?”
Ora, le pubblicità ci vendono tante belle idee accattivanti per intrattenere i più piccoli, pubblicità pensate apposta per rendere desiderabile il prodotto venduto. Ma siamo sicuri che questo risponda effettivamente alle regole del gioco? Un giocattolo valido non è forse quello che si scopre, si inventa, si ri-crea?
Se giocare significa poter fare tutta una serie di azioni sensate, progettate e vissute da piccoli narratori, questi non si stancheranno presto di schiacciare tasti, azionare leve per guidare macchinine telecomandate, riporre bambole già agghindate in case già arredate?
In fondo, tutto ciò; che è artificiale nega al bambino la possibilità di interagire con la realtà circostante e attingervi in libertà; più un giocattolo è strutturato e definito, più spegnerà la fantasia del piccolo giocatore, iniziandolo in anticipo alla noia e al desiderio compulsivo di oggetti nuovi. E una volta avviato il circolo vizioso, è difficile spezzarlo.
L’alternativa ai giocattoli industriali c’è, basta cambiare prospettiva e identificarsi con l’universo mondo dei bambini, abitato da meraviglie molto più durature del momentaneo stupore che leggeremo sui loro volti una volta entrati in possesso dell’oggetto desiderato. Tanto più voluto quanto più pubblicizzato come desiderabile.
Un cesto di legnetti con cui fare costruzioni, un assortimento di gomitoli di lana colorati, una bambola di pezza offrono stimoli per la fantasia e non solo; anche i sensi verranno allertati: i materiali naturali hanno un proprio odore, un proprio calore ed una propria consistenza che vanno ad arricchire la gamma di esperienze tattili, visive e olfattive.
Perché la fantasia e la creatività dei bambini non si atrofizzi, bisogna lasciare che siano loro a raccontarsi la storia della propria avventura tra le bestie feroci, a progettare quel che accadrà, a immaginare la mimica facciale dell’amica di pezza e a fabbricarle un rifugio sicuro.
Conosco bambini che passano ore a grattugiare tappi di sughero – e a volte anche le dita, ma non è mai morto nessuno! -, a ninnare bambole in cotone e lana, a combattere epiche battaglie armati di bastoni e costruire meravigliosi castelli con stendi panni, sedie e lenzuola.
Parola mia!
Qui il link alla sezione “giocattoli” di Bimbo e Natura, arricchita con nuovi articoli. I giocattoli proposti sono garantiti dal marchio CE e conformi alle normative di sicurezza europee EN71, tutti fabbricati con materiali di origine naturale.