Animali e bambini squadra che vince, ma…

“Quando (…) un cane vive in casa con voi, quando si inserisce nella vostra vita in modo così completo da divenirne parte, allora si scopre la gioia. Quello con un cane è come un qualsiasi altro tipo di rapporto: ne ricaverete solo ciò; che sarete disposti a mettervi dentro, a lasciarvi entrare.”

Mark Rowlands, Il lupo e il filosofo

Il libro sopracitato è uno stupendo esempio di quanto la relazione uomo-animale – in questo caso un lupoide, a cui si aggiungeranno successivamente due cagne – possa arricchire immensamente l’uomo. Non a caso è dedicato al figlio dell’autore, che nascerà di lì a poco e che del lupo in questione erediterà il nome.

E’ ormai unanimemente accolto che la relazione tra bambini e animali da compagnia non solo sia positiva, ma anche fortemente consigliata. Questa posizione è avvalorata da una serie di ragioni che spaziano dalla crescita affettivo-cognitiva allo sviluppo di un buon sistema immunitario.
La bontà dell’interazione interspecifica è confermata e resa ancora più significativa dall’impiego degli animali per scopi didattico-terapeutici, con prestazioni che vanno dall’intervento educativo, didattico, ricreativo fino a vere e proprie prestazioni nell’ambito psicopatologico e della disabilità. Nonostante il settore degli interventi assistiti con gli animali sia ancora poco omogeneo e regolamentato, la Pet Therapy è stata riconosciuta come cura ufficiale da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2003, dove si sancisce per la prima volta il ruolo affettivo che un animale può; avere nella vita di una persona, nonché la valenza terapeutica degli animali da compagnia.

Approfondiamo quindi brevemente perché la presenza di un quattro zampe in famiglia possa essere di grande beneficio per i più piccoli (ma non solo!):
Premesso che farò; riferimento in larga parte e cani e gatti semplicemente perché sono gli animali domestici più comuni e diffusi, questi vanno a favorire lo sviluppo affettivo e psicologico del bambino. Il nostro cucciolo d’uomo, grazie all’interazione quotidiana con loro, apprenderà in tenera età a rispettare una creatura diversa da sé, caratterizzata da esigenze diverse e diversi sistemi di comunicazione. Questo sviluppa un tipo di intelligenza, quella emotiva, che è alla base di ogni interazione sociale positiva così come di una buona risposta alle sfide della vita. Inoltre, la creazione di un legame basato sull’apertura verso l’altro da sé, sull’ascolto in assenza di parole, sulla tattilità del contatto fisico, è di grande aiuto e diventa cruciale là dove esistono difficoltà in ambito cognitivo, relazionale e sociale: è dimostrato come proprio bambini autistici o caratterizzati da mutismo selettivo superino i loro blocchi emotivi, spesso fonte di dolore, grazie all’interazione con gli animali. Chi, più di un cane o un gatto – perché no, un cavallo o una mucca – sviluppa un attaccamento manifesto senza però; creare pressioni, aspettative e giudizi tipici del rapporto specifico tra esseri umani?
Ovviamente, mi sto riferendo ad animali inclusi nell’ambiente domestico, non reclusi in spazi esterni e privati di un ruolo all’interno della comunità familiare. In riferimento al cane, nulla è più doloroso dell’isolamento sociale – ma questa è un’altra storia e per ragioni di brevità non mi dilungherò; oltre.

Ma soffermiamoci anche sulla specificità dei nostri amici a quattro zampe:
Ricordiamo che il tramite di quello che può; diventare un legame emotivo solidissimo e indimenticabile dovranno necessariamente essere gli adulti – genitori in primis, educatori e operatori poi: non aspettiamoci che il cane o il gatto vestano i panni della baby sitter come Nana, la cagnona del cartone animato Peter Pan. Sarà compito dei genitori insegnare a proprio figlio il rispetto per l’animale e quindi modalità adeguate per comunicare con lui, e viceversa. Un bambino può; essere estremamente disturbante per gli animali di casa e cani e gatti possono reagire in modo “aggressivo”ad una tirata di coda o ad un abbraccio. Non esistono cani e gatti “buoni” in modo assoluto, semplicemente perché sono cani e gatti e per loro il concetto di giusto-sbagliato non esiste; saremo noi adulti a farci carico e dell’equilibrio del nostro animale e della corretta interazione tra lui e il nostro cucciolo d’uomo, rispettando le specificità di entrambi.

Perché questa relazione sia realmente positiva, quindi, è bene sfatare diversi miti, come ci spiega qui l’educatrice cinofila Anna de Romita, ed essere consapevoli del passo che si va a compiere, perché accogliere un animale nella propria vita, così come accogliere un bambino, non è solo un’avventura incredibilmente arricchente ma anche una scelta che richiede una grande dose di consapevolezza, sacrificio e tanta, tanta pazienza . Soprattutto, è indispensabile la voglia di mettersi in discussione e imparare, di nuovo. Ancora e ancora. Qualità che animali e bambini hanno in comune ma che, spesso, non appartiene al mondo degli adulti. Non esitiamo quindi a chiedere consigli e a rivolgerci a specialisti, senza considerare mai conclusa la fase di apprendimento.

E a tutti quelli che “Sì ma il cane/gatto in casa sporca!” mi sento di rispondere ” Ni.” Nel senso che è inevitabile che il bambino entri in contatto con peli ed eventuali impronte di fango, qualora piovesse e né il cane né nostro figlio vivano segregati. Basterà pulire regolarmente casa secondo i propri parametri di igiene! Idem, pulire regolarmente la lettiera del nostro micio, e in tutte queste incombenze sarà nostro impegno responsabilizzare i bambini di casa a collaborare, affinché imparino a prendersi cura dei loro affetti. Ricordiamo che un bambino che entra in contatto con erba, terra e peli di animali domestici non è più a rischio di un bambino che all’asilo respiri lo stesso ossigeno dei propri compagni. Anzi! Le zoonosi (malattie trasmissibili da cane a uomo) sono davvero pochissime, contrariamente alle malattie trasmissibili tra umani.

Ovviamente, sarà nostra cura mantenere i nostri animali in salute. Per questo è bene non sottovalutare l’importanza di un veterinario di fiducia che si occupi del vaccino annuale, delle profilassi antiparassitarie – che variano a seconda della zona geografica – e che sia disponibile per qualunque evenienza. Qualora lo richiedesse la razza, importantissima la prevenzione di alcune malattie genetiche!

Un animale domestico rispettato, amato e capito può; diventare un compagno insostituibile per nostro figlio, nonchè un validissimo alleato per accompagnarlo attraverso tutti i disagi più o meno comuni che caratterizzeranno le diverse fasi della sua crescita. Avete la mia parola!


N.B. Si stima che i cani abbandonati ogni anno in Italia siano intorno ai 150.000. Cani randagi: 200.000. Cani vaganti: 600.000. Cani rinselvatichiti: 80.000. Altrettanto elevati i numeri degli abbandoni e del randagismo per quanto riguarda i gatti. Contiamo fino a dieci prima di fare scelte affrettate!